Circa tre anno fa, su “Il Sole 24 Ore” apparve un’interessante articolo sulla fornitura diretta dei ricambi alle officine convenzionate con Arval. Un argomento molto spinoso che abbiamo già trattato in passato ma che ogni volta si arricchisce di nuovi spunti. Ma soprattutto una problematica che ancora oggi pare non essere stata risolta.
Partiamo quindi da un dato di fatto. Le aziende di noleggio hanno diversi costi fissi. Tra questi la manutenzione.
1. Tariffa oraria di manodopera
Nell’articolo c’è un errore sulla tariffa oraria di manodopera attuata dagli autoriparatori ai clienti privati. Mediamente un autoriparatore applica una tariffa da 30 euro fino ai 45 euro (al netto di Iva). Nell’articolo l’autore parla di circa 28 euro (errore condizionato dalla gestione delle tariffe per localizzazione geografica dove si pensa che al sud Italia il meccanico debba lavorare con valori inferiori rispetto ai colleghi del nord).
Se da contratto la società di noleggio riconosce alle proprie officine una tariffa da 23 euro a 27 euro, il risparmio ottenibile si aggira intorno al 25%. E’ doveroso ricordare pero’, che un operaio costa al titolare dell’officina dalle 22 alle 26 euro l’ora. Quindi con la tariffa oraria di manodopera concordata con il gestore della flotta, il meccanico parte già in perdita.
2. Fornitura dei ricambi
Quali sono i vantaggi nel fornire direttamente i ricambi all’autoriparatore? Per il noleggiatore l’unico vantaggio è lo sconto ottenuto dal ricambista o distributore. Per il resto, ci sono solo svantaggi e rischi sulla gestione della riparazione stessa.
Nelle mie ultime visite presso diverse aziende di noleggio mi è sembrato di intuire che la tipologia di ricambio fosse per loro irrilevante. Chi invece ha già sposato da tempo i ricambi aftermarket, è passato alla fornitura diretta tramite consorzio di ricambisti fornendolo in un secondo momento al meccanico. Soluzione drastica ma inutile se la parte commerciale non viene supportata da un controllo sul campo.
Sappiamo con certezza che le spese di gestione di un’officina aumentano di anno in anno. Oltre alle tasse, costi sulla formazione del personale, apparecchiature, auto sostitutive, affitto del locale e magazzino ricambi imposto dal distributore (che nel frattempo vende direttamente al noleggiatore). E’ fattibile gestire un’attività artigianale offrendo solo la manodopera scontata del 25/30%?
In molti contratti di fornitura di servizi, gli autoriparatori vengono obbligati a dare priorità alle flotte del noleggio accantonando il cliente privato (che paga in contanti e solitamente senza sconti). Le fatture inoltrate alla società di noleggio vengono saldate dopo 60/90 giorni. Prima di poter intervenire sul veicolo devono inoltrare il preventivo con un programma imposto dal noleggiatore (ma spesso pagato dal meccanico) e diverso dal gestionale utilizzato per il resto dei clienti. Quindi un’ulteriore spesa inutile.
A fronte di questi svantaggi potrebbero nascere vari disagi. Come fa un’azienda di noleggio a capire se i ricambi inoltrati in officina vengono realmente utilizzati sulle loro auto? Personalmente avrei qualche dubbio. Per l’autoriparatore vedo solo svantaggi in questa nuova gestione operativa. Inoltre evitiamo le solite frasi di rito: «Il meccanico è contento di lavorare per noi perché gli mandiamo molte auto in officina». Se ancora non l’avete capito esiste lo studio di settore che non permette di “regalare” prestazioni lavorative.
Sta di fatto che l’acquisto di un’auto proveniente dal noleggio non viene più visto come un buon affare (fatevi un giro sul gruppo Facebook di “Non Prendermi Per il Chilometro”). Per non parlare del servizio di assistenza. Nel precedente articolo abbiamo parlato delle lamentele da parte di alcuni utilizzatori insoddisfatti. Senza dimenticare i numerosi fermi tecnici in officina che – a confronto con un veicolo privato – sono di gran lunga superiori.
Per questo occorre rivedere le tariffe di manodopera e le modalità sulla fornitura dei ricambi.
3. Ente di controllo esterno
Bisogna affidarsi a un ente di controllo esterno in grado di interfacciarsi con tutta la filiera distributiva dei ricambi e non con un solo fornitore. Semplificherò tutto mostrandovi un esempio.
Supponiamo di dover sostituire un filtro carburante ad una Audi A1 8XA Sportback 2.0 TDI e di rifornirci da uno o due ricambisti che al momento non hanno in magazzino il ricambio. Cosa accade in questo caso? Secondo le procedure operative il meccanico non può ultimare il lavoro sull’auto se non gli verrà consegnato il filtro. Inoltre non potrà fornirlo personalmente, neanche qualora il prodotto aftermarket da lui reperito fosse più economico (a parità di qualità).
Perché bisogna privarsi di questa opportunità quando per il veicolo sopracitato esistono circa 10 alternative di filtri aftermarket?
Per quanto riguarda il ricambio, il pool operativo dell’azienda di noleggio deve solo conoscere codice, listino e sconto applicato da contratto. In tutte e due i casi, nessuno (meccanico a parte) saprà mai se quel ricambio è stato realmente montato sull’auto. Ed è per questo che occorre controllare i veicoli a campione durante i successivi fermi tecnici quando il lavoro del precedente meccanico è ormai fatturato.
L’ente di controllo deve soprattutto valutare l’operato del pool di assistenza e tempi e modalità dei singoli operatori. Ad ogni preventivo autorizzato corrisponde una fattura dell’autoriparatore. Inoltre nella gran parte delle banche dati ricambi utilizzate dai noleggiatori, i listini aftermarket non vengono crossati correttamente con i codici del costruttore auto portando prima il meccanico e poi l’operatore del noleggio a commettere degli errori.
In conclusione
Migliorare le tariffe orarie di manodopera, concedere la possibilità all’autoriparatore di reperire personalmente il ricambio fornendo codice e listino certificato. In questo modo si evita di “giustificare” comportamenti scorretti da parte del meccanico.
Controllare periodicamente i lavori svolti. Basterebbe attendere che l’auto venga ricoverata nuovamente in officina per il successivo tagliando e controllare con fattura alla mano i codici dei ricambi con quelli visibili sull’auto (l’ente di controllo serve soprattutto a questo). Gestire l’acquisto dei ricambi con un database migliore e che abbia come punto di partenza i codici delle case automobilistiche e non il contrario.
Responsabilizzare l’autoriparatore concedendogli un’esclusiva di zona. In questo modo si eviterà di far firmare dei contratti a meccanici che non vedranno mai vetture. Ritengo inutile convenzionare un numero eccessive di officine in una zona molto ristretta. L’accordo con la flotta aziendale dovrebbe essere un sistema di distribuzione di lavoro e non di povertà.
Con questi accorgimenti il risparmio sulla manutenzione verrà consolidato soprattutto dalla riduzione dei fermi tecnici in officina. Migliorerà soprattutto il servizio di assistenza rivolto al driver e la qualità dei veicoli venduti dopo il periodo di noleggio.
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